Lo sviluppo mentale del bambino è il retaggio di una relazione in cui il genitore ha saputo dosare e alternare in maniera adeguata esperienze frustranti ed esperienze gratificanti.
Come origina la dipendenza patologica?
La capacità della madre di sapere alternare in maniera adeguata esperienze gratificanti e frustanti permette al bambino di andare avanti nella sua evoluzione psichica.
- Due sono i fattori centrali per un sano sviluppo mentale:
una relazione caratterizzata dalla capacità della madre di sapersi sintonizzare con le emozioni del bambino, come condizione essenziale perché quest’ultimo sia in possesso di quell’autostima che lo rende in grado di sostenere l’angoscia di separazione e di costruire un senso stabile del proprio Sé - l’acquisizione, all’interno di un attaccamento sicuro tra madre e bambino, di quelle funzioni cognitive autonome dell’Io come la memoria, l’apprendimento, l’immaginazione, l’attenzione ed in particolare la “funzione riflessiva” ovvero la capacità del soggetto di saper cogliere i sentimenti, le credenze, le intenzioni e i pensieri che stanno dietro i propri e gli altrui comportamenti (si tratta di una funzione fondamentale nel processo di costruzione di un Sé autonomo, individuale, relazionale, affettivo e di gruppo).
Studi sulle dipendenze hanno evidenziato il ruolo che le esperienze traumatiche hanno nell’insorgere di comportamenti a rischio di una dipendenza patologica. Un legame sicuro (attaccamento sicuro) costituisce un fattore protettivo contro la probabilità di sviluppare disturbi post-traumatici da stress acuti e cronici dopo l’esperienza di un trauma; al contrario l’attaccamento insicuro costituisce con grande incidenza fattori di vulnerabilità rispetto ad essi.
La dipendenza patologica viene interpretata, in tal modo, nei termini di un fallimento, per cause riconducibili a esperienze traumatiche vissute nell’infanzia (casi di trascuratezza psicologica, abusi sessuali, maltrattamenti fisici), fallimento nel processo di regolazione degli affetti, che come dice il termine stesso indica la capacità di “gestire” i propri stati affettivi.
Un deficit di questa funzione regolatrice e un uso eccessivo e rigido della dissociazione, quale misura difensiva utilizzata dal soggetto con l’intento di staccarsi da una realtà percepita come estremamente minacciosa e fonte di ansie depressive insopportabili portano allo svilupparsi di reiterati comportamenti compulsivi di dipendenza.
Dunque, schematizzando si può concludere che le relazioni infantili insicure rappresentano un terreno fertile per l’insorgere dell’addiction.
Concludendo, nei dipendenti è, quindi, ipotizzabile una vulnerabilità narcisistica di base derivante dalla carenza di una rappresentazione mentale di un legame “buono” (“oggetto buono”) a cui poter fare ricorso ogni volta che il Sé si sente minacciato da intense sensazioni ed emozioni (frustrazione, delusione, rabbia, gelosia, invidia, depressione, impotenza, vergogna); e così, la carenza di un legame stabile con la madre impedisce lo sviluppo psichico del bambino, soprattutto il processo di simbolizzazione e del pensiero, e di conseguenza favorisce l’accesso al rapporto esclusivo e compulsivo con una sostanza o con un comportamento di cui si è dipendenti.
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