Quanto siamo disposti ad investire sulla salute emotiva dei giovani?
Considerazioni sulla concezione della figura dello psicologo scolastico in Italia
Da qualche anno i professionisti della salute mentale e del settore scolastico denunciano un aumento della fragilità emotiva nei giovani:
ansia, attacchi di panico, tendenza all’isolamento, gesti di autolesionismo, condotte oppositivo-provocatorie, gestione disfunzionale della rabbia, sono sintomi di cui soffrono moltissimi adolescenti oggi. Fattori quali “l’Iperconnessione” che relega al mondo virtuale e/o la perdita di figure autorevoli nelle famiglie, sono tra i principali motivi all’origine del disagio vissuto dei ragazzi di oggi.
Ad aggravare ulteriormente la situazione è sopraggiunto il fattore pandemia, che da tre anni sta intensificando il malessere psicologico di bambini e adolescenti. Il lockdown, la DAD e tutte le contromisure volte all’evitamento dei contatti fisici, hanno messo a dura prova per troppo tempo la possibilità di vivere una vita ‘in presenza’, determinando un indebolimento degli strumenti psichici dei ragazzi in crescita, necessari per poter vivere ed integrarsi nelle relazioni sociali ed affettive.
Nel post-pandemia, la sostituzione della vita reale con quella ‘virtuale’ ha minato fortemente la possibilità di sperimentare realmente le relazioni umane, con una conseguente regressione del processo di strutturazione identitaria nei giovani.
I Dati Istat sul Disagio Psicologico
I dati ISTAT pubblicati nel 2022 (openpolis, 2022) riportano un marcato peggioramento della salute mentale dei giovani compresi tra i 14 e 19 anni, negli anni 2020 e 2021.
Anche gli apprendimenti scolastici sembrano essere nettamente peggiorati: nel 2021 quasi uno studente su 10 ha concluso le superiori con competenze di base inadeguate (2,5 punti in più rispetto al 2019).
L’Associazione Nazionale Psicologi e Psicoterapeuti (ANaPP), che dal 2000 opera sul territorio italiano per promuovere e salvaguardare il benessere psicologico della popolazione, ha avuto conferma di questa fotografia a dir poco allarmante, attraverso l’osservazione effettuata nel corso di due anni di erogazione di un servizio di ascolto psicologico in una scuola di Roma.
Negli adolescenti incontrati è stata riscontrata la presenza di sintomi importanti (ansia, attacchi di panico, rabbia, isolamento, depressione, disturbi del comportamento alimentare), manifestati nella maggior parte dei casi, ogni qualvolta i ragazzi sono chiamati ad affrontare situazioni ordinarie di vita reale (interrogazioni, integrazione sociale, separazione dal contesto familiare, problemi di profitto scolastico), che li costringono ad un ritorno alla ‘normalità’, che sembra divenuto impossibile da sostenere emotivamente.
Altro dato degno di nota, osservato dagli psicologi dell’ANaPP, è stata l’esplicita dichiarazione da parte degli studenti di aver tratto notevoli benefici dai colloqui psicologici; evidenza dell’impellenza della domanda e quindi del forte ‘stato di bisogno’ in cui versano le condizioni emotive degli adolescenti oggi.
Psicologo Scolastico
Nonostante la gravità del quadro sopra descritto, in Italia la figura dello Psicologo Scolastico è ancora poco valutata. Se in Europa lo psicologo è inserito stabilmente nell’organico scolastico, nel nostro paese invece questo specialista non è ancora considerato una figura di sistema.
In Italia, dopo l’istituzione dei Centri di Informazione e Consulenza negli anni ’90 , un passo in avanti è stato fatto nel 1997 con la legge Bassanini. Quest’ultima ha permesso alle scuole di chiedere l’attivazione di progetti con il coinvolgimento di liberi professionisti, remunerati con autofinanziamento da parte dei genitori, degli enti locali e delle scuole.
Attualmente, alcuni degli emendamenti bipartisan al dl Milleproroghe (anno 2021), sostengono la promozione del benessere psicologico nelle scuole attraverso il potenziamento dei fondi stanziati nel 2021: 25 milioni di euro per l’anno 2023 e 30 milioni a decorrere dall’anno 2024.
La posizione dei Presidi sullo Psicologo a Scuola
Purtroppo le buone intenzioni non bastano; infatti è storia di questi ultimi giorni il grido di allarme dei presidi di alcuni istituti superiori di Roma, col quale denunciano in modo forte e chiaro un aumento del disagio psicologico nei loro studenti e ancora molte difficoltà nel mantenimento del servizio dello sportello psicologico. Sembra quindi sempre più importante parlare della realizzazione del progetto dello psicologo come figura di sistema! Fino a quando non capiremo che investire sullo sviluppo emotivo dei giovani significa investire sul futuro del nostro Paese, in termini di migliore qualità delle persone che lo popoleranno e quindi, di maggiore stabilità del nostro Paese?
I nostri ragazzi hanno bisogno di poter trovare dei validi riferimenti, che offrano un sostegno alla crescita emotiva e relazionale delle future generazioni, in assenza dei quali nessun cambiamento evolutivo potrà aver luogo.