Parlare di psicologi versus psichiatri relativamente alla efficacia di intervento su persone con disturbi significativi, è ormai un argomento molto superato da un approccio sempre più riconosciuto dai professionisti seri come l’ unico effettivamente efficace ossia la presa in carico integrata e multiprofessionale sia attraverso un piano terapeutico farmacologico che psicoterapeutico.Tuttavia, putroppo, nella realtà ci si trova spesso di fronte a pazienti che non accolgono favorevolmente l’invio ad uno psichiatra, benchè gli psicologi psicoterapeuti abbiano chiaro, quando sia necessario, anche l’invio allo psichiatra per un intervento di tipo farmacologico e lavorino con i pazienti per farlo accettare.
Inoltre considerare il trattamento farmacologico come intervento risolutivo nell’immediato è inesatto in quanto va tenuto sempre presente che l’efficacia degli psicofarmaci richiede sia un tempo che un’attenta valutazione e monitoraggio del rispetto delle prescrizioni mediche, cosa che non sempre accade, soprattutto da parte di pazienti non collaborativi e non consapevoli della loro patologia.
Creare quindi una contrapposizione professionale è quindi anacronistico, fuorviante e poco rispondente alle evidenze della pratica professionale di chi lavora ormai da tantissimo tempo in una ottica multiprofessionale.
Non riteniamo quindi condivisibili alcune dichiarazioni fatte ai giornali su quale figura professionale,lo psichiatra rispetto allo psicologo psicoterapeuta, avrebbe avuto maggiore successo in pochi incontri,nel trattamento di persone che hanno poi compiuto atti criminali, affermazioni non basate sulla reale conoscenza di quanto possa essere realmente accaduto e che non tengono conto della complessità intrinseca nella gestione di problematiche come quelle evidenziate dalla cronaca in queste ultime settimane.
Giulia Maffioli, Presidente ANaPP – Associazione Nazionale Psicologi Psicoterapeuti