L’Uomo non ha strumenti per gestire l’Autonomia delle Donne e Reagisce con il Controllo
ANaPP – Associazione Nazionale Psicologi Psicoterapeuti (www.anapp.it)
Una Donna emancipata, autonoma sia economicamente che culturalmente, risulta spesso avere più strumenti dialettici e ormai, anche culturali, dell’uomo.
Davanti a questo assunto l’Uomo dei nostri tempi non ha gli strumenti culturali per gestire una tale rivoluzione. Perché di rivoluzione si tratta!
Siamo difronte a un grande paradosso: la donna aveva più facilmente salva la vita (fisica) quando era meno autonoma.
Eh si! Perché:
- Fino a quando alla donna era stato imposto un ruolo molto ben definito e limitato nella società e non aveva spazi per potersi esprimere se non in ambiti decisi dagli stessi uomini come ad esempio la famiglia e tutto scorreva in certo ambito pre-stabilito dagli uomini.
- Fino a quando le attività delle Donne erano fortemente controllate dagli uomini e tutto era “normale”…
la Donna aveva maggiori possibilità di NON ESSERE UCCISA.
Ora invece la donna ha assunto sempre maggiore margine decisionale, sempre maggiore autoderminazione, con capacità dialettiche decisamente superiori.
Ecco allora che gli uomini reagiscono alla perdita di “terreno” con il controllo passando attraverso l’annullamento totale della donna non più con la sola violenza psicologica, ma sempre più con l’annullamento fisico: violenza, stupro e femminicidio.
C’è una modificazione dell’atteggiamento degli uomini che non “si accontentano più” dell’annullamento psicologico, ma mettono in atto l’annullamento fisico della persona-donna.
Non è un caso che il ricorso alle droghe, cosiddette dello stupro, mirino ad annientare la volontà della donna, a renderla mero corpo senza alcuna volontà e possibilità di autodeterminazione: di fatto un oggetto totalmente manipolabile.
A monte della difficoltà a reggere la relazione con una donna emancipata c’è spesso una personalità strutturata in un contesto familiare dove la comunicazione genitoriale ha fallito nell’insegnamento della gestione delle emozioni e delle relazioni.
Infatti non aver fornito la possibilità al figlio di vivere una relazione affettiva nella quale strutturare l’idea di essere amato e valido – permettendogli di maturare un livello di autostima essenziale per poter reggere anche le ferite narcisistiche – porta alla difficoltà di gestione delle frustrazioni inflitte dalla compagna o dalle “autorità” in generale. (Es: insegnanti, Forze dell’Ordine, etc.)
La criticità della gestione degli episodi di violenza sulle donne è evidente anche nell’operato degli organi decisionali. Si cerca di porre in atto una modalità repressiva volta a poter controllare il fenomeno che però non sembra risultare efficace.
Ciò che conta per un uomo non è il giudizio delle donne, ma quello di altri uomini!!
Ecco perché, oltre agli altri essenziali interventi di aiuto alle donne, ai loro figli e di educazione nelle scuole, dovrebbe essere promossa anche una massiccia ed efficace campagna di comunicazione tramite tutti i mass media, in cui uomini riconosciuti socialmente come leader in ogni settore, esprimano chiaramente il loro disprezzo verso chi commette violenza sulle donne.
Il senso di orgoglio e virilità degli uomini viene attaccato solo dal giudizio di altri uomini che loro ritengono essere figure di riferimento, dei modelli a cui rifarsi.
Come ANAPP quindi invitiamo il Governo a sviluppare una campagna di comunicazione nazionale multimediale con testimonial uomini, riconosciuti come leader in vari settori, che esprimano in modo chiaro la riprovazione verso gli uomini violenti.
Nota stampa a cura di:
Giulia Maffioli, Psicologa Psicoterapeuta, Presidente ANAPP e Direttivo ANaPP
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