Esistono molti preconcetti e falsi miti sulla psicoterapia. Sfatiamone alcuni e cerchiamo di capire cosa succede, veramente, nella stanza del terapeuta.
Lo psicoterapeuta è il dottore dei “matti”
No, la psicoterapia è adatta a chiunque voglia raggiungere una condizione di maggiore benessere attraverso un lavoro su se stesso. In particolare, può giovare a chi ha un malessere di natura emotiva, chi vive difficoltà relazionali o chi attraversa un periodo di vita difficile, per cui sente di avere bisogno di un supporto, di uno spazio per sé in grado di attivare e sostenere un cambiamento. Generalmente, si rivolgono a un terapeuta persone consapevoli, che vogliono risolvere i problemi partendo da sé, dalle proprie risorse. È una scelta costruttiva, che denota maturità e capacità di attivare risorse adeguate a superare le proprie difficoltà.
In psicoterapia si parla del passato
C’è il cliché del terapeuta che fa parlare per ore il paziente della propria infanzia, ma le cose non sono affatto così. In terapia si parla di tutto, dunque anche del passato, ma solo nella misura in cui le precedenti esperienze possono influenzare quelle attuali. Il terapeuta non giudicherà la vostra storia, né darà la colpa delle vostre difficoltà ai vostri genitori, o ad altre figure del vostro passato, ma vi aiuterà a superare le difficoltà del presente e a prendere il controllo della vostra vita.
Parlare con un terapeuta è un po’ come sfogarsi con un amico
Assolutamente no! Il terapeuta è una figura capace di mettere in atto un ascolto specialistico, mirato. Sa sintonizzarsi sulle problematiche e sul punto di vista del paziente, ma sa anche cosa mettere in rilievo e cosa lasciare sullo sfondo e sa guidare la persona in una profonda riflessione su se stessa e nella ricerca di nuove prospettive e soluzioni.
Inoltre, il terapeuta mantiene sempre una distanza professionale, non si coinvolge nella vostra vita. Non ci sono contatti tra terapeuta e paziente al di fuori delle sedute, né ci sono conoscenze in comune che potrebbero condizionare il rapporto, e questo gli permette di rimanere “obiettivo”.
Il ruolo del terapeuta è quello di consolarvi
Lo scopo del terapeuta non è quello di farvi sfogare, darvi pacche sulla spalla o consolarvi. Anzi, tutto il contrario! Un buon terapeuta si mette nei vostri panni e vi sostiene, ma vi aiuta anche a capire in che modo il vostro atteggiamento contribuisce ai vostri problemi e a prendervi la responsabilità della vostra vita.
Il terapeuta vi darà la soluzione ai vostri problemi
Il terapeuta non vi dirà mai come vivere, né vi darà consigli o indicazioni, perché il suo ruolo non è questo. Quello che si sviluppa con il terapeuta non è mai un rapporto di dipendenza o sudditanza. Non è una figura genitoriale, un guru o un padre spirituale. Il suo compito non è sostituirsi a voi nel pensare e nello scegliere, ma è quello di aiutarvi a sviluppare il vostro punto di vista e le vostre decisioni. Il terapeuta non giudica la vostra vita, rispetta le vostre idee e i vostri valori, sostiene i vostri obiettivi, incoraggia sempre la vostra autonomia, indipendenza e libertà di scelta.
Dunque, cosa succede veramente in psicoterapia?
La psicoterapia è la “terapia della parola”, dunque paziente e terapeuta, essenzialmente, parlano tra loro. Sviluppano anche una relazione, diversa da qualsiasi, basata su un patto di alleanza volto alla risoluzione dei problemi del paziente.
In questo spazio sicuro di ascolto e riflessione, attraverso il “racconto” che la persona fa di se stessa e delle proprie difficoltà, nel contesto della relazione terapeutica, si possono attivare potenti processi di cambiamento. Parliamo di una narrazione molto particolare, che porta a una consapevolezza diversa sulla propria esperienza e, nel contempo, ristruttura e trasforma questa stessa esperienza, mentre i cambiamenti che avvengono dentro di sé si riflettono all’esterno, sulla propria vita e le proprie relazioni.